Eleonora Buratti – scrittrice, sociologa aziendale

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Come e perché hai deciso di dedicarti a questo mestiere?

Non credo di averlo ancora deciso, ci sto arrivando a piccoli passi, parola dopo parola. Come fosse la fine di un discorso che riesci a comprendere solo quando è stato formulato per intero. Per il resto, ha fatto tutto quella che da sempre chiamo l’urgenza di scrivere, e scrivere è qualcosa che facevo fin da bambina. Alle aziende invece mi sono avvicinata dopo aver letto Adriano Olivetti. La sua attenzione agli ambienti di lavoro mi affascina da sempre. Ho voluto semplicemente andare a vedere se quel che diceva era vero.

Quali sono le piccole soddisfazioni che riesce a darti?

L’emozione di qualche bella frase che rileggendola mi fa pensare “per fortuna che l’ho scritta io”, e qualcuno che mi confessa di aver letto i miei libri in luoghi e contesti impensabili.

Quali sono gli odori che caratterizzano il tuo mestiere? Quali i colori?

A volte sa di mare, perché me lo porto dentro; spesso ha l’odore dei luoghi che racconto, della muffa degli scantinati dove si lasciano morire gli oggetti del passato. Qualche volta sa dell’acqua di colonia che usava mia nonna. I colori invece sono il bianco e il nero di un foglio che si sporca a ogni parola.

Cosa non deve mancare nella tua “cassetta degli attrezzi”?

Il vocabolario è sicuramente il mio più grande alleato.Capita spesso di scoprire che alcuni vocaboli abbiano significati diversi da quelli che ci saremmo aspettati. Di solito sulla mia scrivania tengo anche il manuale di stile, una miriade di fogli e foglietti di appunti presi un po’ qua e un po’ là e un piccolo registratore vocale.

Quali sono le persone che ti permette di conoscere? Ce n’è una che ricordi in particolare?

Scrivendo perlopiù  romanzi d’azienda e romanzi vitae, i protagonisti delle mie storie sono solitamente persone in carne e ossa. Ed è quella la gente che incontro, che mi racconta, che si commuove. Vivo coi miei personaggi, ci vado a prendere il caffè insieme, e per uno scrittore non è poco, ve lo assicuro.

Un episodio in cui hai pensato “chi me lo ha fatto fare?”

Era il dicembre del 2009, alla presentazione del mio secondo romanzo “Le stagioni diverse – Quel vivere che sembra un vivere per niente” c’erano più di 400 persone ad aspettarmi. Prima di salire su quel palco ho desiderato sfregare la pancia della lampada e chiedere ad Aladino di scomparire.

Il momento della giornata lavorativa che ti godi di più?

La notte. Quando durante il giorno ho scritto almeno due pagine e di notte mi rileggo l’intero capitolo illudendomi che l’abbia scritto un altro.

In due parole come definiresti il tuo mestiere?

Una piacevole consolazione.

Un consiglio a chi vuole fare questo mestiere.

Frequentare corsi di scrittura, leggere, accertarsi di avere qualcosa da raccontare, e soprattutto non tirarsela nel tentativo di diventare personaggio. L’artista scontroso e intrattabile non va più di moda.

Informazioni su Eleonora Buratti

Scrittrice, giornalista, sociologa aziendale. Romagnola d'origine, vive e lavora tra il Veneto e Bologna. Ideatrice del Romanzo d'azienda® scrive storie ambientate nel mondo del lavoro. Tra i suoi romanzi pubblicati l'Alba di un cuore antico, vita e ristrutturazione di una villa veneziana del Seicento situata lungo il Canalbianco in provincia di Rovigo e Quattro Tubi Saldati, racconto romanzato dei 50 anni dell'Irsap, azienda leader nel settore della climatizzazione.
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