Susanna Fiorini – artista

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Come/perché hai deciso di dedicarti a questo mestiere?

Incoraggiata da una mamma speciale che creava vortici magici con tutto quello che toccava, non avrei potuto fare diversamente. Mi ricordo come restavo ipnotizzata da quelle mani curate con le unghie laccate che cucivano paillettes, trasformavano le mie scarpe incollandoci dei coriandoli per la festa di carnevale; confezionavano vestitini meravigliosi e un po’ strambi per me e mia sorella; realizzavano enormi fiori colorati di carta crespa. Ogni occasione era buona per fare festa. Da piccola preferivo disegnare, creare oggetti utilizzando i materiali più svariati piuttosto che giocare con le bambole che trovavo molto noiose. Ero sempre attorniata da fogli da riempire, giornali da ritagliare, brillantini e stoffe da appiccicare. Avevo una vecchia scatola di latta decorata dove nascondere i miei tesori: un sasso luccicante raccolto dopo un temporale, un pezzetto di vetro rosso, carta stagnola colorata, una cartolina con l’immagine che si muoveva, un ritaglio di velluto nero, qualche conchiglia e un anellino con un corallo.   I miei sensi erano costantemente stimolati. Credo che la scelta di fare questo mestiere sia dipesa dal desiderio di continuare ad abitare l’infanzia felice di quel mondo magico.

Quali sono le piccole soddisfazioni che riesce a darti? 

Succede ogni volta che qualcuno apprezza sinceramente un mio lavoro. O che si emoziona. O che si identifica nel soggetto di una tela, sentendola sua. Ogni volta che alle mostre o in atelier mi accorgo di un bagliore che passa fulmineo negli occhi di una persona o si accende un sorriso. E ancora quando, tenendo i corsi di pittura di base, vedo l’eccitazione delle persone che apprendono come dipingere un cespuglio o una nuvola. La sensazione meravigliosa di aver imparato una cosa nuova. Ecco, queste, tra tante altre, sono le mie piccole (grandi) soddisfazioni.

Quali sono gli odori che caratterizzano il tuo mestiere? Quali i colori? 

Gli odori sono indubbiamente le essenze di cui mi circondo quando lavoro; non posso farne a meno. Amo molto gli incensi e le resine. Mi aiutano a distaccarmi dalla realtà. A volte un’idea per un nuovo lavoro nasce proprio fissando le ipnotiche volute di fumo dolciastro dei grani aromatici che si sciolgono s sul carboncino. Ambra, benzoino, Patchouli, olibano. Profumi intensi che evocano luoghi e momenti di altre vite. Poi i colori, i colori ci sono tutti, e sono sempre intorno a me, a portata di mano anche se in questo periodo utilizzo principalmente, nei miei lavori, il bianco e il nero, l’oro in foglia, l’argento e il rame brunito. Ma quelli davvero indispensabili per me sono il verde nel quale è immerso l’atelier, e l’insieme delle sfumature del cielo e della campagna circostante che cambiano con l’avvicendarsi delle stagioni.

Cosa non deve mancare nella tua “cassetta degli attrezzi”?

Non devono mancare le cose inutili. Le cianfrusaglie. Le cose che luccicano. I piccoli oggetti che trovo ai mercatini e che accumulo da anni. Curiosità che trovo in giro e attirano la mia attenzione. Quando qualcosa mi fa battere il cuore, lo porto nel nido, proprio come una gazza ladra. E questi oggetti sono molto importanti per il mio lavoro. A volte una tela è caratterizzata da un dettaglio, una piccola cosa che applico e fa da tramite. Da messaggio, fra me e il fruitore dell’opera.

Quali sono le persone che ti permette di incontrare/conoscere? Ce n’è una che ricordi in particolare?  

Nonostante siano ormai quasi trent’anni che svolgo questa professione, mi ricordo di ogni persona che ha acquistato una mia opera, o per la quale ne ho realizzata una. Ed è bellissimo rivederle alle mie mostre. E naturalmente conoscerne sempre di nuove. Di certo non posso dimenticare però l’incontro con Roberto Re, formatore e coach motivazionale. Dovevo partecipare a una collettiva dal tema “trasforma il libro che ti ha colpito di più in un oggetto d’arte“. Era l’anno 2007. Appassionata da sempre di argomenti affini alla crescita personale, avevo appena finito di leggere ‘Leader di te stesso’, di Roberto Re, appunto, e lo trovai davvero molto potente. Mi permise di considerare alcune cose da una prospettiva nuova. Così lo trasformai in una porta. Applicai una vecchia maniglia di ottone alla copertina, la completai con piccole tessere di mosaico di specchio. La porta che si apriva su meraviglie mai viste prima. Glielo feci sapere e venne alla galleria dove era esposta. Fu davvero inaspettato e molto emozionante passare un paio d’ore con una persona speciale, piena di energia positiva, trascinante e indimenticabile come il suo libro.

Un episodio in cui hai pensato “chi me lo ha fatto fare?” 

Una volta un cliente mi commissionò un lavoro molto particolare, pieno di simboli nascosti ed effetti ottici. Lavorammo insieme al progetto del quadro che doveva riprodurre un paesaggio con un castello visto da una finestra, effetto . Mi disse che questo paesaggio doveva avere la luce solare delle 19 di un giorno di giugno. Perplessa, ma tenace, non mi feci molte domande, ma quella volta, sì, sommersa da bozzetti e prove colore, foto e video, ricordo di aver pensato ‘chi me lo ha fatto fare’. Però riuscii ad accontentarlo, tanto che nel tempo ha acquistato altri miei lavori, e molti di quelli che mi ha commissionato li abbiamo realizzati in team, a quattro mani. E siamo diventati molto amici.

Il momento della giornata lavorativa che ti godi di più.

La sera. Adoro la sera, per me è il momento magico. Quando tutto un po’ si sfuma tutto è più gentile e profondo. Amo il mistero delle luci che si raccolgono intorno al mio lavoro. A volte con la compagnia di qualche candela. L’ambiente assume conformazioni indefinite, diviene liquido, dove posso immergermi completamente. In compagnia dei miei pensieri posso creare, libera e senza distrazioni.

In due parole come definiresti il tuo mestiere? 

Un costante equilibrio fra realtà e sogno.

Un consiglio a chi vuole fare questo mestiere.

Fatelo, fatelo e basta! Inseguite il sogno. Afferratelo e rendetelo reale. Ma solo se siete disposti a rinunciare alla sicurezza e alla comodità di altre professioni, alla tranquillità della routine. La libertà ha un costo, a volte alto. Solo se siete disposti a vivere di passione, di emozione, così come diceva D’Annunzio, ”Vivere ardendo e non bruciarsi mai”.

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Qui il sito di Susanna Fiorini.

Informazioni su Eleonora Buratti

Scrittrice, giornalista, sociologa aziendale. Romagnola d'origine, vive e lavora tra il Veneto e Bologna. Ideatrice del Romanzo d'azienda® scrive storie ambientate nel mondo del lavoro. Tra i suoi romanzi pubblicati l'Alba di un cuore antico, vita e ristrutturazione di una villa veneziana del Seicento situata lungo il Canalbianco in provincia di Rovigo e Quattro Tubi Saldati, racconto romanzato dei 50 anni dell'Irsap, azienda leader nel settore della climatizzazione.
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